giovedì 8 maggio 2014

FIABA SUL RISPETTO DELL'ALTRO (ultima parte)“L'albero della gioia”

“L'albero della gioia”

I bambini rimasero impietriti: avevano finalmente scoperto a chi o a cosa appartenesse quell'ombra lunga e misteriosa. S'innalzava contorto verso l'alto un albero dallo stravagante colore grigio. Nei loro cuori sembrava non esserci più timore, sensazione sostituita ora, da una profonda tristezza. Immediatamente si alzò nell'aria un vento umido e caldo che lasciò cadere su tutti loro una delicata brezza. Erano gocce amare che illuminarono in un momento quell'angolo sperduto del parco. La luce si riflesse anche sui volti dei bambini, risaltando i loro delicati lineamenti. Poi d'un tratto, si fece buio e un sonno profondo li avvolse.
Si trovarono seduti tutti insieme in un bellissimo giardino. Il verde dell'erbetta che lo ricopriva pareva velluto ma, non c'erano alberi. Ognuno di loro teneva una bellissima piantina che avevano deciso di piantare nel giardino, per poterlo rendere più accogliente. Nell'arco di una giornata le sistemarono tutte, poi, si riposarono, soddisfatti del loro lavoro. Sul farsi della sera i bambini si trovavano ancora nel giardino quando ad un tratto sentirono una voce chiamarli. Era un altro bambino che si apprestava a raggiungerli con la sua piantina bellissima. Purtroppo però non c'era più posto, quindi al nuovo arrivato non fu permesso di piantarla. Fu così che, una volta andati via tutti, il bambino in lacrime decise comunque di sistemare la sua piantina e lo fece appena fuori dal giardino. Passarono i mesi e le piantine iniziarono a crescere in fretta e rigogliose. Anche l'altra cresceva in fretta e ancora più velocemente delle altre.
Tra le piante del giardino c'era molta armonia, cominciarono anche ad assumere i loro bellissimi colori. La stessa armonia che invece mancava con la pianta fuori dal giardino e che non riusciva a farsi amare dalle altre, perchè la ritenevano diversa non avendo nessun colore ma, solo il verde delle foglioline. Passarono gli anni, nel corso dei quali il giardino era stato trasformato in un bellissimo parco. Le piante ormai diventate alberi sfoggiavano i loro meravigliosi colori dei fiori. L'albero verde aveva in tutto questo tempo cercato di diventare amico degli altri suoi simili che, invece, non lo avevano mai accettato. Fu per questo che gli si spense la voglia di crescere. Non poteva certo staccarsi da terra e spostarsi! Era diventata una condanna essere stato piantato in quel posto.
Che gusto c'era a sopravvivere senza una sola amicizia? Si chiedeva spesso. Presto perse il colore verde, spento dalla tristezza che lo pervadeva. Unico suo amico, il vento. Sebbene non avesse più voglia di crescere, il suo tronco non aveva mai cessato di farlo. Cresceva però contorto come se si rifiutasse di innalzarsi. La notte piangeva e le lacrime si trasformavano in brezza. Ecco il perchè dello strano sapore amaro della brezza mattutina. Ormai non aveva più fantasia di cercare dell'armonia con gli altri alberi del parco. Perchè farlo? Lo avevano sempre deriso! L'albero senza colori! Ben presto anche la luce del giorno stentò ad arrivare fin là. Finché il posto si arricchì di rovi e di edere che chiusero in uno spazio solitario l'albero grigio. La sua ombra però non si era mai arresa tentando spesso di allungarsi al di fuori di quello sperduto sentiero alla ricerca di un volto amico. Invano.
D'improvviso un raggio di sole riscaldò i cuori dei bambini che si risvegliarono da questo strano sogno comune. Vennero presi da una strana voglia di giocare, di rincorrersi, di raccontarsi storie ancora inventate da loro stessi. Ma non nei soliti spazi incantevoli del parco, dove erano soliti farlo. Bensì in quell'angolo sperduto, intorno all'albero grigio. Così fu. L'aria si riempì delle risa e dei canti dei bambini che ormai, inconsapevoli, erano a conoscenza della triste storia dell'albero e che ora consideravano loro amico. Le foglie grigie iniziarono a far trasparire un tenue colore verde che man mano si fece sempre più luminoso. Il tronco magicamente sembrò addrizzarsi e i rami protendersi senza timore verso l'alto e accogliendo il verde sempre più intenso che li avvolgeva. Come d'incanto i rami dell'albero ormai illuminato di un meraviglioso colore verde smeraldo, furono attraversati da altri colori che si divertivano a sfrecciare tra di essi: era la danza dell'arcobaleno. Mai un albero era stato così incantevole, nessun albero del parco aveva mai mostrato tanta bellezza! I bambini ora gioivano di più e una dolce melodia attraversò tutto il parco: era il canto degli alberi che, dispiaciuti di non aver mai apprezzato l'albero ormai non più grigio, chiedevano perdono. L'albero dal cuore gentile sentì che non aveva nulla da perdonare loro, nonostante tutto li aveva sempre considerati amici, e, ora ancora di più. Il sentiero da allora fu il luogo più luminoso del parco, l'arcobaleno regalò all'albero parte dei suoi meravigliosi colori che lo abbellirono dei sette colori dell'arcobaleno. Non fu più solo, ora era diventato per tutti l'albero della gioia, della gioia di tutti i bambini e di tutti gli altri alberi del parco.



FINE                                                                                                        (giuba)

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