“Il
mondo di Leon”
Moltissimo tempo fa, in un paese
molto lontano vivevano delle magnifiche farfalle. Esse erano magiche; avevano
il potere di svegliare i cuori degli uomini.
In quel tempo nacque, in una
famiglia povera, un bambino particolare. Il suo nome era Leon. Egli era un
bambino prodigio, all’età di tre anni già sapeva leggere e scrivere piuttosto
bene. All’età di sei anni i genitori pensarono di iscriverlo alla scuola con
gli altri bambini della sua stessa età. Ma quando venne il momento dell’iscrizione
venne detto loro che era necessario pagare una tassa. Essi erano molto poveri e
non potevano certo permettersi di pagare nessuna somma.
Lo incuriosivano di gran lunga
gli insetti, ma non faceva loro del male, voleva solo osservarli.
Amava molto la sua famiglia e si
prestava ad ogni servizio. Aiutava sia la mamma nelle faccende domestiche, sia
il papà, nella raccolta degli ortaggi destinati poi alla vendita.
Accadde un pomeriggio.
Inoltratosi sentì uno strano
odore, sembrava quasi di bruciato. Decise di seguire oltre la scia dell’odore
anche quello strano fumo che si innalzava dolcemente, ma anche inarrestabile,
verso l’alto. Più si addentrava nel bosco, più l’aria si faceva quasi irrespirabile
e la visibilità scarseggiava sempre più.
Ma Leon conosceva quel posto come
le sue tasche. Quello era il suo spazio di vita nel quale era cresciuto,
giocando ed imparando. Aveva ormai compiuto otto anni e quindi si sentiva
sicuro di sé…. erano ormai due anni che frequentava quel bosco meraviglioso!!
Spesso, quando andava a passeggiare osservando gli insetti o esplorando il
luogo, gli sembrava addirittura di sentire delle vocine, alle quali, sebbene
navigasse con tanta fantasia, non aveva dato mai troppa importanza. Diceva
piuttosto che gli tenevano compagnia nei suoi giochi solitari.
Dunque s’incamminò con animo
coraggioso attraverso la coltre grigia seguendo l’odore di bruciato, fino ad
arrivare a quella che lui era solito chiamare la “Grande Quercia”, che segnava
il punto oltre il quale gli era stato vietato di andare perché troppo distante
da casa.
Ma la scia proveniva da più lontano.
Osservando verso l’alto e cercando di vedere il cielo tra il grigio del fumo, si accorse che era ancora giorno.
Quindi decise di proseguire.
accompagnato da quelle strane vocine.
FINE PRIMA PARTE (giuba)
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