domenica 6 luglio 2014

RACCONTO SULLA DISLESSIA: (2° parte)" Incompreso"

RACCONTO SULLA DISLESSIA: (2° parte)" Incompreso"

(Ogni riferimento a cose o a persone è puramente casuale)



" Incompreso"
 
Era Peter, con stretto in pugno un.... 
pareva proprio un foglio di quaderno ma stropicciato e colorato. Il bambino venne preso con estrema delicatezza e, nel sollevarlo da terra, il foglio gli cadde dalla manina che si aprì, sconfitta dalla stanchezza.
Gli occhietti chiusi e arrossati da un lungo pianto, le gote rigate dalle lacrime, sicuramente scese senza controllo, il corpicino avvolto da un caldo tepore. Solo le manine erano gelate e brividi improvvisi lo percorrevano, facendolo sobbalzare di tanto in tanto. Gli abiti che indossava erano gli stessi che avevano dichiarato i genitori.
Non c'erano dubbi: era il bambino scomparso. Peter venne avvolto da una coperta senza che se ne potesse accorgere e trasportato all'ospedale di zona.
I genitori erano stati già avvisati del ritrovamento e già erano ad attenderlo in ospedale. Venne anche consegnato loro quello strano foglio di quaderno, poichè, dalla modalità del ritrovamento, sembrava avere una grande importanza per il bambino. Peter trascorse in ospedale quindici giorni, poichè la febbre molto alta non accennava a diminuire. I primi sei giorni, accanto a lui si alternavano la mamma e il papà, giorno e notte, e non erano mai riusciti a togliere lo sguardo dal foglio stropicciato e oramai aperto: il test d'ingresso, completamente sbagliato e colorato di rosso dei mille segni negativi posti dall'insegnante.
Poi gli occhi dei genitori si posavano sul gracile e pallido visetto di Peter. E quel braccetto attaccato alla flebo, straziava il cuore. 
Furono lesti a nascondere il test al risveglio del bambino. Ormai conoscevano la verità e avevano pensato bene di ascoltare anche un parere di un esperto psicologo così da poter aiutare Peter. La degenza non fu così triste per il bambino dopo il suo risveglio, infatti era tornato ad essere quello che era sempre stato, capace di amare e di farsi voler bene da tutti. Era divenuto la "mascotte" del reparto, riuscendo a rallegrare tutti, infermieri, dottori e pazienti.
Poi arrivò il giorno delle dimissioni dall'ospedale, e per Peter fu un giorno bellissimo, perchè i genitori gli avevano detto che non avrebbe fatto presto ritorno a scuola. Ah!! Che sollievo! Pensò.
Fu invece portato in uno studio piuttosto grande e ben arredato. Fuori c'era scritto: ps..psi...psicologo. Che nome strano! Neanche nella sua mente riusciva a pronunciarlo.
Dentro l'attendeva una signora dall'aspetto molto curato e all'apparenza anche molto gentile. Chiese ai genitori di aspettare un momento in sala d'attesa, (con loro già aveva avuto modo di parlare mentre Peter era in ospedale). Una volta soli, la gentile signora offrì delle deliziose caramelle al bambino e iniziarono a parlare di ogni cosa.
La cosa straordinaria era che finalmente Peter aveva di fronte qualcuno che voleva e sapeva ascoltarlo. Il tempo sembrò volare via come quando giocava, due ore passarono in fretta ma, alla dottoressa erano bastati già una decina di minuti per capire il problema del bambino: dislessia.
Il cammino psicologico continuò per tutta la scuola primaria e in stretta collaborazione tra genitori e insegnanti. Ora per Peter erano state attivate le giuste strategie, sia a casa che a scuola. I voti assegnati ai compiti da lui svolti erano proporzionati alla sua fatica nello svolgerli, dunque non ci furono più insufficienze ma solo bei voti e tutti meritati. Peter era felice! Ora aveva, oltre alla maestra di classe, un'insegnante solo per lui che gli si sedeva accanto  e gli spiegava con calma il comando del compito assegnato. Poi lo aiutava anche a svolgerlo e nessuno più pretese da lui la lettura a voce alta.
In famiglia le punizioni erano scomparse trasformandosi magicamente in premi ed incentivi. Gli era tornata la voglia di "vivere la scuola" nel suo insieme, e la voglia di imparare divertendosi.
Era tornato ad amare, e ad essere amato e ben voluto da tutti e... sapete? I mal di pancia rimasero solo lontanissimi ricordi!


Bravo Peter e .......complimenti per il tuo dottorato!

Impariamo ad ascoltare i bambini, anche quando stanno in silenzio, ci parlano.
  


( fine )                                                                       (giuba)